Bottega degli Apocrifi

Gli spettacoli e le produzioni della Compagnia Bottega degli Apocrifi






La Compagnia

Bottega degli Apocrifi nasce a Bologna nel 2000 dall’incontro di tre studenti universitari che si stanno formando nelle discipline teatrali e un musicista studente al Conservatorio.

Nel 2004 la compagnia teatrale compie una migrazione controcorrente e si trasferisce da Bologna a Manfredonia, città d’origine di alcuni membri del gruppo, con l’obiettivo politico di coltivare il deserto, che meno d’effetto suonerebbe “per portare il mestiere del teatro dove non c’era”, scommettendo che il teatro possa essere un lavoro anche in Italia, anche a Sud.

La fortuna è che il teatro, per definizione, non lo si può fare da soli: chi sta sul palco non ha ragion d’essere se non c’è almeno una persona in platea… è un atto creativo fondato sulla relazione.

Questo abbiamo cercato di essere a Manfredonia: istigatori delle relazioni.
Abbiamo deciso di STARE.

È stato allora che questa parola per noi ha cambiato destinazione d’uso e da verbo che indica sedentarietà è diventata sostantivo che indica azione, “lo stare” è diventato una condicio sine qua non non solo del nostro lavoro sul territorio, ma anche della nostra ricerca artistica.

Nel 2008 partecipiamo al Bando per la gestione del Teatro Comunale di Manfredonia; nessuno immaginava che una compagnia teatrale potesse gestire uno spazio pubblico.

Ma del tutto inaspettatamente pochi mesi dopo la Regione Puglia ha emanato il bando dei Teatri Abitati: cioè teatri pubblici gestiti da compagnie, che ne facessero il loro luogo di produzione, ma anche un presidio culturale territoriale.

Le Residenze dei teatri abitati hanno dato un nome (e delle risorse, particolare non irrilevante) a quello che in Puglia noi e altre compagnie stavamo già facendo per vocazione naturale: tentare di incidere con la pratica artistica sulla qualità della vita di un territorio.

Guglielmo Minervini, una delle più belle figure umane e politiche della Puglia contemporanea, che ci ha lasciato troppo presto, quando lo abbiamo invitato a Manfredonia per un con- vegno sulla figura di Don Milani ha detto: “L’incardinarsi in un posto specifico, l’assumere un dialetto non significa chiudersi al mondo: diventa una feritoia attraverso cui – se accendi il cervello, se riattivi una coscienza vigile si può vedere tutto”.

Puntiamo alla creazione di una comunità teatrale capace di tenere accesa la coscienza.

La compagnia è inserita nell’Albo dello Spettacolo della Regione Puglia e riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e sperimenta dal 2010 progetti di formazione internazionali col sostegno della Comunità Europea.

Lo Staff







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