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futura
STAGIONE 2023-2024
TEATRO COMUNALE LUCIO DALLA

“… Il suo nome detto questa notte mette già paura…”
Quanta paura c’è in questo tempo spensierato.
Quanto desiderio verrà ancora rapito, messo in gabbia, in queste albe a sud dell’Italia.
Quanta paura genera in noi la burrasca di vento mentre increduli guardiamo il mondo volare. Quanto vento infuocato insanguina la montagna, rassegnata a essere un po’ per volta spopolata. Quanta sete di pioggia serve al buon cittadino per non smettere mai di cercare giustizia.
Quanta paura c’è nel domani, mentre la guerra senza fine ci abitua all’assassinio, alla dissacrazione dell’esistenza umana.
La paura incombe sulle nostre singole vite, lo fa soprattutto nella solitudine, nell’assenza di parola, nella mortificazione di futuro. Per questo a volte si moltiplica e prende la forma di abitudine collettiva alla rinuncia. Un’abitudine alimentata anche dalla politica che quando non muove nell’interesse collettivo vive di paure: la paura di perdere un potere acquisito, di essere derisa, di essere ammanettata o solo di non poter più accontentare. Ce lo insegnano i grandi drammaturghi del passato, ce lo raccontano le cronache attente dei documentaristi, ce lo restituisce nella forma dell’ironia il grande teatro.

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Allora Futura è il manifesto politico e poetico di un Teatro, il comunale “Lucio Dalla”, che esorta a un grande rito collettivo per esorcizzare la paura del domani: per noi, per i nostri figli, per tutti coloro che prendono su di sé la responsabilità di farsi guida, per questa nostra terra che oggi ci pare sconfitta.
Un programma culturale non ci assolverà, e non basterà confinare la paura sotto il tappeto delle nostre distrazioni. Una stagione lunga, però, celebra il coraggio di una visione che getta lo sguardo oltre l’ultima data prevista in cartellone.
Quanta collaborazione servirà? Tanta, perché l’obiettivo è ardimentoso: arrivare a quella data con una comunità teatrale desta, diffusa e coesa, capace di levare lo sguardo assieme per disegnare un orizzonte rinnovato, nell’intimo e nel collettivo.
Ci guideranno in questo - come fanno da secoli - Aristofane, Shakespeare e Molière; ci guiderà la farsa dell’umano di Scarpetta; l’ironia tragica e comicissima di Luigi De Filippo; ci guiderà la drammaturgia contemporanea di Ermanna Montanari, Sabina Guzzanti, Antonio Tarantino, Silvia Baldini, Alessandro Piva, Osvaldo Capraro, Stefania Marrone, Michele De Virgilio, Miriam Fieno, Rosy Lo Calio; ci guiderà la visione dei registi tra i quali Marco Martinelli, Teresa Ludovico, Enzo Decaro, Cosimo Severo, Giorgio Gallione, Michelangelo Campanale, Claudio Di Palma, Fabio Grossi.
Ci guideranno le attrici e gli attori che possono rendere il teatro necessario, vivo: Leo Gullotta, Giorgio Tirabassi, Sara Bevilacqua, Ettore Bassi, Salvatore Marci, Lucia Zotti, Michele Schiano di Cola, Paolo Sassanelli.
In questa stagione che guarda al mondo accade che titoli come Stoc ddò, Cafoni, Fuga dall’Egitto, In ogni vita la pioggia deve cadere, Barabba, trovino la loro collocazione naturale accanto a Romeo e Giulietta, Il medico dei pazzi, L’avaro immaginario, tutti spiragli intensi dell’esplorazione dell’animo umano; accade che l’attualissimo Pace di Aristofane diventi il filo rosso di una produzione di comunità che vede in scena accanto agli artisti oltre 100 ragazzi e bambini: giovani cittadini.
Quanta strada da costruire in una sola stagione, un viaggio, un attraversamento, lo spazio di un tempo per cercare noi stessi, per ridere di noi e per utilizzare al meglio quella lente d’ingrandimento sulla realtà che è il teatro.

Un teatro che declina anche il tempo e lo spazio dei più piccoli: spettacoli e artisti pluripremiati in domenicale, dedicati a chiunque si senta famiglia, o abbia voglia di far parte di una famiglia larga che cresce intorno alle nuove generazioni.
Quanto coraggio serve per avere sempre occhi aperti spalancati, ce lo possono insegnare i bambini e i ragazzi ai quali tocca affrontare le paure senza poterle schivare CongliOcchiAperti. A partire da loro sono pensati gli oltre venti appuntamenti in matinée, dedicati alle scuole e a tutti coloro che pensano non sia mai troppo tardi per scoprire nuovi mondi.

E per avere coraggio serve essere tanti: il giornalista e critico Alessandro Toppi direttore della rivista di critica teatrale La Falena, la prof.ssa Silvia Mei del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Foggia, Giorgio Testa e Giuseppe Antelmo mediatori teatrali della Casa dello Spettatore di Roma, immagineranno assieme a noi dei percorsi di avvicinamento alla visione, nella ferma convinzione che il confine che separa uno spettatore consapevole da un cittadino consapevole sia un filo sottilissimo, da varcarsi senza soluzione di continuità.

Serve coraggio, ne serve nella quantità necessaria e nella qualità superiore.
Per innescare questo processo di avvicinamento al coraggio ci affidiamo all’immaginazione, generatrice della menzogna più vera della realtà stessa: il teatro.
E non è l’immaginazione la più grande forma di coraggio?

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