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Compagnia Meridiani Perduti Teatro regia Sara Bevilacqua con Sara Bevilacqua drammaturgia Osvaldo Capraro disegno luci Paolo Mongelli organizzazione Daniele Guarini Michele Fazio non ha ancora compiuto sedici anni quando viene colpito per errore
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Compagnia Meridiani Perduti Teatro
regia Sara Bevilacqua con Sara Bevilacqua drammaturgia Osvaldo Capraro disegno luci Paolo Mongelli
organizzazione Daniele Guarini
Michele Fazio non ha ancora compiuto sedici anni quando viene colpito per errore durante un regolamento di conti tra clan rivali. La vita di Lella, da quella sera, muta radicalmente direzione.
Giorno dopo giorno, con la sola presenza di madre ferita, impone le esigenze della giustizia ai clan, denunciando, testimoniando, puntando gli occhi negli occhi di chi vuole imporle il silenzio: io non fuggo, e nemmeno chiudo la porta di casa: “Stoc ddò”.
Da dove, Lella, ha tratto la forza per combattere una guerra che non l’ha mai vista abbassare lo sguardo?
Dall’esempio di sua mamma, cumma’ Nenette, donna determinata nell’educare i figli alla sostanza delle cose. Dal sostegno del marito Pinuccio, della famiglia e della gente del quartiere.
Ma, soprattutto, dal dialogo mai interrotto con Michele, il garzone allegro, l’angelo di Bari Vecchia.
Un dialogo, quello con suo figlio, che nessun ostacolo riuscirà mai a impedire, nemmeno la morte.
Data e Ora
Mercoledì, 06 dicembre 2023 | 21:00
Luogo
Teatro Comunale Lucio Dalla Manfredonia
Via Della Croce, 14

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Enzo Decaro tratto da Molière/Luigi De Filippo adattamento e regia Enzo Decaro con Nunzia Schiano e Luigi Bignone, Carlo Di Maio, Massimo Pagano, Fabiana Russo, Ingrid Sansone, Giorgio Pinto musiche Nino Rota
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Enzo Decaro
tratto da Molière/Luigi De Filippo adattamento e regia Enzo Decaro
con Nunzia Schiano e Luigi Bignone, Carlo Di Maio, Massimo Pagano, Fabiana Russo, Ingrid Sansone, Giorgio Pinto musiche Nino Rota (da “Le Molière immaginarie”) scene Luigi Ferrigno disegno luci Luigi Della Monica costumi Ilaria Carannante assistente alla regia Roberto Fiorentino produzione I due della città del sole
Sette quadri, un prologo e un epilogo. Un viaggio nel teatro, quello di Molière, un viaggio nel tempo, quello del Seicento, reale e immaginario, di Oreste Bruno da Nola, e la sua famiglia. È il viaggio verso Parigi, verso il teatro, verso Molière. Ma anche una fuga: dalla peste, da una terribile epidemia che ha costretto i Nostri a cimentarsi in un avventuroso viaggio verso un sogno, una speranza o solo la salvezza.
L’avvicinamento anche fisico a Parigi, al teatro di Molière, la “corrispondenza” che il capocomico invia quotidianamente all’illustre “collega”, la forte connessione tra il mondo culturale e teatrale della Napoli di quel tempo con quella francese di Molière. Si avverte l’importante eredità del rivoluzionario pensiero di Filippo, detto poi Giordano, uno zio prete di Oreste Bruno.
In particolare, “L’Avaro” e “Il Malato Immaginario” sono stati i due titoli a cui, una generazione dopo l’altra, i De Filippo, padre e figlio, hanno dedicato seppur con differenti approcci la loro attenzione, sia teatrale che umana, dal momento che per entrambi, come del resto per Molière, il confine tra la rappresentazione teatrale e la vita, è stato davvero sottile.
Data e Ora
Venerdì, 08 dicembre 2023 | 21:00
Luogo
Teatro Comunale Lucio Dalla Manfredonia
Via Della Croce, 14

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Michele De Virgilio regia Michele De Virgilio testo Michele De Virgilio, Mario De Vivo numero attori in scena: 3 attori + 3 musicisti con Michele De Virgilio, Stefano Corsi, Simona Ianigro
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Michele De Virgilio
regia Michele De Virgilio testo Michele De Virgilio, Mario De Vivo
numero attori in scena: 3 attori + 3 musicisti con Michele De Virgilio, Stefano Corsi, Simona Ianigro musiche originali Antonio Cicoria contrabbasso Giovanni Mastrangelo suono percussione e tastiera Antonio Cicoria video e cura del suono suono Andrea Pontone cura della produzione Marianna Bonghi
Teatro della Polvere produzioni avl grazie a Fondazione Monti Uniti di Foggia
In un piccolo paese del Tavoliere della Puglia, come ogni mattina, un’anziana bracciante si cinge il capo con un fazzoletto nero, chiude la porta di casa alle spalle salutando una foto di Giuseppe Di Vittorio e s’incammina lungo il viale del paese, stringendo un mazzo di fiori freschi tra le mani: va verso il cimitero, ci va ogni giorno sulla tomba del marito. Ma una mattina, deviando dal solito percorso, si accorge che in un angolo di terra sconquassato sta piantata una croce che non aveva mai visto prima, su cui qualcuno con un pennarello nero aveva scritto: sconosciuto. E nient’altro. Sotto quella croce era stato seppellito un ragazzo straniero, probabilmente un bracciante stagionale, trovato vicino ad un campo, con la testa schiacciata dalla ruota di un camion. L’anziana bracciante decide allora di dare una sepoltura da “cristiano” al quel ragazzo, vittima del nuovo caporalato, trasformando la tomba di uno sconosciuto in un sacrario dedicato ai caduti nella guerra nei campi.
Cafoni trova ispirazione in un fatto di cronaca realmente accaduto in Capitanata. Il testo, ironico e graffiante – sostenuto da musiche popolari originali suonate dal vivo da 3 musicisti che accompagnano, facendo da metronomo, le parole dell’attore – è un omaggio ai cafoni di ieri e di oggi uniti da un triste destino di povertà e miseria. Con il suo particolare stile sospeso tra verità, lirismo e raffinata drammaturgia, De Virgilio ci racconta una storia drammatica senza cadere nella drammaticità.
Data e Ora
Mercoledì, 20 dicembre 2023 | 21:00
Luogo
Teatro Comunale Lucio Dalla Manfredonia
Via Della Croce, 14